I pezzi fanno parte di una serie che ho dipinto sul personaggio biblico di Giuditta, che viene descritta come una donna bella, libera e ricca che compie un atto molto coraggioso, durante l’assedio di Betulia da parte del condottiero OLOFERNE ( inviato da Nabucodonosor, re Assiro), Giuditta convince il consiglio degli anziani a farsi inviare nell’accampamento nemico, con un segreto piano per uccidere proprio il comandante dell’esercito assalitore…
Ma nel racconto biblico, ovviamente non c’è traccia di descrizione psicologica di questo personaggio, Giuditta è considerata una eroina perché finge di sedurre e poi uccide Oloferne, ma con la sensibilità odierna, un omicidio, resta pur sempre un omicidio.
Nelle opere della serie viene descritta in più momenti l’azione cruciale; la fase iniziale della finta seduzione, dove Giuditta si offre, fisicamente, allettando il comandante a lasciarsi avvicinare.
… un pannello nel quale, con un fermo immagine, si coglie il vero proposito di Giuditta, che tiene già un’arma nella mano nascosta dietro la schiena.
Un ritratto di piccole dimensioni nel quale il volto della donna mostra un atroce dubbio..
Un pannello nel quale la donna mostra un lampo di pazzia nello sguardo, nell’attimo cruciale nel quale l’azione ha inizio.
Un pezzo nel quale Giuditta agisce ebbra della potenza storica, e fisica della stessa azione.
Un’opera nella quale Giuditta consapevole, si chiede il perché dell’azione irreversibile che ha appena portato a termine